Kenzo Tange Bologna Foto Angelo Ciccolo

Kenzo Tange – Centro direzionale (Bologna, Italia, 1975-1984)

Questo progetto nasce successivamente a un convegno all’Università di Bologna tenuto da Kenzo Tange nel 1965. Successivamente l’amministrazione comunale conferisce all’architetto l’incarico di realizzare un masterplan per la zona nord di Bologna, al fine di decongestionare il centro storico e di trovare una soluzione alle crescenti necessità della città. L’architetto presenta il progetto rivisitando le tematiche proposte per il Piano urbanistico di Tokyo e il progetto di ricostruzione della città di Skopje, nella fattispecie presenta una grande struttura a ferro di cavallo. Nel 1967 viene affidato il primo masterplan che riguarda il Centro direzionale in area fiera. Questi edifici sono una risposta strategica al collegamento del nucleo urbano storico e stratificato con le nuove zone di espansione della città.

Le analogie progettuali che vengono sviluppate sono tipologiche nella tradizione architettonica emiliana. Torri e portici sono le principali tipologie che vengono rivisitate, rese astratte e contemporanee nel tentativo di collegamento e di unità nello sviluppo storico del contesto. Le torri sono caratterizzate dal loro contorno, in quattro grandi colonne cilindriche, che svolgono funzione strutturale e ospitano servizi ed impianti, come nel Centro di radiodiffusione e stampa Yamanashi.

La piazza, altro elemento tipico ripreso dalla tradizione italiana e emiliana, eseguita dallo scultore giapponese Isamu Naguchi, è completamente pedonale e funge da elemento caratterizzante e unificante di questo importante progetto.

Il primo impatto che si vive quando si va a Bologna in fiera, è di vivere un’opera avveniristica, un’opera che rispecchia un pò il nostro immaginario collettivo anni 90 e di quel cemento armato “abusato” che ha definito le linee di una cultura fallita già prima di avere una sua popolarità. Un’interpretazione di un futuro ormai già scontato. Quando però si intravedono le capacità di Tange nell’utilizzo dei materiali, come nell’integrazione urbana, come nel rapporto tra gli elementi, come nel rapporto proprio con il contesto, ci si rende conto di trovarsi davanti a un’opera degna di essere definita una dei capolavori.

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